Discorso d'introduzione alla mostra 50x50x50 spazi liberi di

Hartwig Thaler

Si parla tanto e volentieri della libertà dell‘arte. In verità però è in pericolo. Commercianti, curatori, e cosiddetti sussurratori d’arte sono per lo più divenuti complici per soddisfare interessi economici. Con potere mediatico strapotente cercano di ordinarci che cosa dobbiamo percepire dall’arte. Una rete manovrata da lobby cerca di tessere una fitta ragnatela di censure sulla produzione artistica e di allontanare dal campo visivo della percezione pubblica gli aspetti che a loro non garbano. E tutto questo con notevole successo. Quindi mi chiedo come appunto sia possibile che un museo d’arte pubblico come quello di Bolzano, escluda quasi al 100% il qui radicato ensemble di artisti, come se delle loro opere d’arte ci si dovesse vergognare.

 

La “50x50x50 spazi liberi” offre alle artiste ed agli artisti tali spazi liberi, di cui l’arte ha bisogno per respirare.

Ha bisogno di spazi liberi. Spazi interiori, per seguire le tracce di esigenze personali o comuni, esteriori, per mettere in atto quello per cui è stata chiamata a fare: mostrare nuove possibilità di vita e di sogni individuali e collettivi.

 

Ho sentito molte assurdità su cosa l’arte deve, può o dovrebbe essere. Slogan di vendita o incassi voluti che mi annoiano profondamente. Nessuno ha da stabilire cosa l’arte debba, possa o dovrebbe essere. L’arte attinge dalla libertà. È lo spazio libero in sé, quello che va difeso.

L’arte in particolare ha bisogno della nostra fiducia.

E questa fiducia se la merita perché guarda all’umanità e alla vita, offrendo ai suoi spettatori il miracoloso valore di ognuno.

Gioite con me per le opere d’arte negli spazi liberi del Forte di Fortezza. Cogliete la loro forza tramutante che grazie alle artiste ed agli artisti della “50x50x50 spazi liberi” qui noi oggi possiamo provare.

 

 

Hartwig Thaler, 8 giugno 2019, Forte di Fortezza

L'associazione OPPIDUM di Fortezza con il presidente Thomas Klapfer

Prefazione di Maxi Obwexer

 

Se l’arte fosse utilizzabile, se si potesse sfruttare, si farebbe di tutto per renderla utile; la si sottoporrebbe ad un programma di potenziamento d’efficienza, la si consumerebbe e ben presto ci si dimenticherebbe che cosa originariamente fosse stata.

 

Solo che l’arte non si lascia usare.

No, perché oppone resistenza.

 

L’unica resistenza che l’arte consente è quella che genera attraverso se stessa e attraverso la sua propria potenzialità.

Non significa tuttavia che ciononostante l’arte non venga sfruttata ed abusata.

Così come la paura viene sfruttata ed abusata.

Solo che la paura aumenta ed ingigantisce se viene sfruttata e abusata.

L’arte però, se viene utilizzata a scopo di lucro, diventerà sempre più piccola fino a smettere di esistere.

 

L’arte attinge dalla libertà. La paura attinge dalla non-libertà.

Sebbene l’arte riesca a far paura, la paura non crea arte. La paura al massimo annienta l’arte.

Se questa stessa paura, quest’ansia sovrasta l’arte, significa che potenze molto deboli dominano su una molto grande; significa che dominano condizionamenti evocati come leggi della natura, il pragmatismo e il principio della necessità, cose queste che non hanno nulla a che vedere con una potenza libera come quella dell’arte.

 

Allora sì che l’arte smette di esistere.

 

Maxi Obexer

 

da „Die Freiheit Kunst zu sein (la libertà di essere arte)” – testo catalogo per 50x50x50 spazi liberi 2019

 

 

 

Organizzatori

50x50x50 FREIRÄUME - SPAZI LIBERI

Landemuseum Festung Franzensfeste

OPPIDUM VEREIN Fortezza

 

Direttore artistico

Hartwig Thaler

 

Assistenza

Sabrina Fortarel

 

Hartwig Thaler hat die Idee und das Konzept der Biennale 50x50x50 Art Südtirol entworfen und ist ihr Künstlerischer Leiter.

Träger der Ausstellung 50x50x50 allen alles 2021 sind das Landesmuseum Festung Franzensfeste und der Verein OPPIDUM Franzensfeste.   

 

L’idea della biennale 50x50x50 Art Südtirol è stata concepita da Hartwig Thaler, che ne è il direttore artistico.

La mostra 50x50x50 tutto per tutti 2021 è stata realizzata in collaborazione con il museo provinciale Forte di Fortezza e con l’associazione Oppidum di Fortezza.